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Lavoro: Sbarra: “Maturi i tempi per Statuto della persona che lavora”
28 Maggio 2020
20 maggio 2020 – “I tempi sono maturi per uno Statuto della Persona che Lavora, che non significa affidarsi ad una Legge calata dall’alto, ma aprire ad un’azione congiunta di tutti gli attori sociali, economici ed istituzionali, con il comune obiettivo di mettere al centro lo sviluppo integrale dell’essere umano”. Lo ha sottolineato oggi il Segretario Generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra, introducendo il seminario della Cisl a cinquanta anni dello Statuto dei lavoratori. “Lo Statuto è un frutto maturo e una pietra miliare di una stagione lontana, dominata dalle grandi aziende e da un mercato del lavoro che ancora non risentiva delle spinte disgreganti della globalizzazione e della pervasività tecnologica. Quell’esperienza suggerisce, nel metodo, ciò di cui oggi avremmo bisogno: un campo largo di collaborazione che aiuti a fare incontrare culture e visioni per far progredire diritti, tutele, partecipazione”, ha aggiunto il numero due della Cisl. “Oggi i lavori sono tanti e segmentati, i tipi di occupazione oscillano da subordinato ad autonomo, con molte forme ibride. Bisogna trovare una formula nuova che tuteli tutti, compresi autonomi e atipici. C’è da lavorare sul fronte della formazione continua, delle politiche attive, da assicurare transizioni tutelate, da garantire ad ogni lavoratore retribuzioni e pensioni dignitose”, ha sottolineato Sbarra. “La contrattazione deve essere protagonista di questa nuova stagione. I rapporti devono evolvere nella direzione di una buona flessibilità negoziata, che permetta al sistema sociale e produttivo di adattarsi al respiro economico senza lasciare mai un giorno la persona priva di reddito, di formazione, di adeguamento professionale.Dobbiamo governare contenuti e tutele preservando e valorizzando il libero e autonomo incontro contrattuale, senza l’irrigidimento di leggi invasive su salari e orari, rappresentanza e causali, turni e organizzazione del lavoro. Fondamentale dovrà essere il sostegno allo sviluppo di relazioni industriali sempre più partecipative. Come 50 anni fa, va creato uno spazio in cui lavorare insieme a un disegno organico, che dia opportunità di crescita e realizzazione a tutti, a partire dai più deboli”.