17 Febbraio 2020
Roma, 12 febbraio 2020 – “Non possiamo rassegnarci alla messa in liquidazione di Air Italy. Bisogna fare ogni sforzo per cercare un percorso alternativo allo smantellamento della compagnia e salvare tutti i posti di lavoro. Ha fatto bene oggi la Ministra delle Infrastrutture, De Micheli a ribadirlo con chiarezza ai liquidatori dell’azienda, annunciando per i prossimi giorni anche un tavolo di confronto con i sindacati e i rappresentanti delle due Regioni coinvolte, Sardegna e Lombardia”. Lo dichiarano in una nota congiunta la Segretaria Generale della Cisl Annamaria Furlan ed il Segretario Generale della Fit-Cisl Salvatore Pellecchia in merito alla crisi di Air Italy. “La crisi di Air Italy era stata ampiamente prevista e annunciata. Da mesi come Cisl e Fit-Cisl, anche insieme alle altre organizzazioni sindacali, abbiamo fatto tutto quanto in nostro potere per aprire un dialogo con la compagnia perché non si arrivasse a questo punto. In particolare abbiamo inviato al precedente Esecutivo e a quello attuale la nostra piattaforma “Rimettiamo in movimento il Paese”, contenente l’elenco delle problematiche irrisolte di tutto il settore dei trasporti e quindi anche del trasporto aereo italiano, Alitalia e Air Italy incluse. Inoltre abbiamo indetto uno sciopero generale dei trasporti e tre scioperi in Air Italy. Il 25 febbraio prossimo si terrà lo sciopero generale del trasporto aereo. In tal senso è importante che la Ministra De Micheli abbia annunciato oggi di avviare nei prossimi giorni la revisione delle regole del trasporto aereo. Adesso sono due le compagnie aeree italiane importanti in grave crisi, cioè Alitalia e Air Italy, per un totale di 13mila posti di lavoro a rischio più l’indotto. Sono inimmaginabili le ripercussioni economiche non solo per il nostro disastrato trasporto aereo ma per tutta l’economia italiana, che è la seconda in Europa per manifattura. Infine constatiamo che la Sardegna, con la doppia crisi di Moby-Tirrenia-Cin e Air Italy, è oggi sempre più isolata in barba al diritto costituzionale della continuità territoriale. Sardegna che ha la sua quota di responsabilità visto che in questi anni ha favorito le compagnie low cost invece di sostenere la sua ex AliSarda”.