10 Marzo 2020
Roma, 2 marzo 2020 – “E’ opportuno che i partiti incontrino le parti sociali non solo per il momento grave e straordinario che stiamo vivendo ma perche’ questo significa piu’ dialogo e piu’ partecipazione sulle scelte sociali ed economici che il paese deve compiere”. E’ quanto ha dichiarato oggi la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, nel corso dell’incontro tra il segretario Zingaretti, il vicesegretario Orlando e le parti sociali, presente anche il Ministro Gualtieri, il Ministro Franceschini e il Viceministro Misiani. “Credo che oltre ad un coordinamento nazionale tra Stato e Regioni degli interventi, -ha proseguito Furlan- bisogna intervenire urgentemente sulla crescita del paese che e’ ferma allo zero. Abbiamo bisogno del sostegno al reddito dei lavoratori ed alla produzione delle aziende. Serve la certezza di avere piu’ ammortizzatori sociali per i lavoratori, allargando la cassa in deroga a tutte le aree del paese e per tutte le filiere produttive del paese. Continuiamo ad avere 100 miliardi di euro da sbloccare di opere pubbliche e infrastrutturali. Ecco perche’ – ha sottolineato la leader della Cisl – non sarebbe uno scandalo l’uso dei commissari straordinari per far partire le grandi opere pubbliche. Se non ora quando lo vogliamo fare? Servono anche piu’ investimenti nella scuola, in innovazione, Universita’ e ricerca. E poi c’e’ la questione delle 150 vertenze sempre aperte che si sommano ora alle nuove”.
Per Furlan “ci vuole piu’ attenzione e sensibilita’, rafforzando la squadra che si occupa di questo tema. Naturalmente deve andare avanti anche la discussione con le parti sociali sulla riforma del fisco e delle pensioni: non bisogna per niente accantonarle. Serve una parole chiara dal Governo su questi temi”. Bisogna rilanciare i consumi interni ed alzare le buste paga e delle pensioni. La priorita’ e’ la crescita del paese non il salario minimo che mettera’ a rischio la tenuta di contratti importanti – ha concluso la segretaria generale della Cisl -. Spero che ci sia piu’ attenzione su questi temi, senza dimenticare la questione del costo dell’energia che e’ oggi del 30% in piu’ nel nostro paese rispetto agli altri paesi europeo. Aver nuovamente bloccato le trivelle e’ stata una scelta incoerente in un paese che importa ogni anno 750 miliardi di metri cubi di gas”.