Domenica 13 Luglio 2025 - 09:51

I lavoratori del porto di Ravenna si rifiuteranno di imbarcare materiale bellico che possa alimentare il conflitto tra Israele e Hamas

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Comunicati Stampa / I lavoratori del porto di Ravenna si rifiuteranno di imbarcare materiale bellico che possa alimentare il conflitto tra Israele e Hamas
Comunicati Stampa - I lavoratori del porto di Ravenna si rifiuteranno di imbarcare materiale bellico che possa alimentare il conflitto tra Israele e Hamas

21 Maggio 2021

(Ravenna, 21 maggio 2021)

I lavoratori del porto di Ravenna si rifiuteranno di caricare armi, esplosivi o altro materiale bellico che possano alimentare il conflitto tra Israele e Hamas, ripreso in queste settimane nella Striscia di Gaza. Si rifiuteranno di essere complici nell’alimentare una guerra che sta mietendo soprattutto vittime civili in quel tremendo teatro di guerra.

Cgil, Cisl e Uil e le loro categorie dei trasporti, Filt, Fit e Uiltrasporti, sono venuti a conoscenza che nei prossimi giorni una nave ormeggerà al porto di Ravenna per imbarcare alcuni container contenenti materiali bellici. La nave sbarcherà il carico in un porto israeliano.

La possibilità che il carico sia destinato ad alimentare il conflitto che in questi giorni sta infiammando il Medio Oriente è altissima. Nel caso la nave dovesse effettivamente presentarsi al carico per imbarcare quei container, i lavoratori del Terminal di carico e della Cooperativa Portuale si mobiliteranno e le organizzazioni sindacali di categoria dichiareranno lo sciopero impedendo l’operazione.

Cgil, Cisl e Uil e le categorie Filt, Fit e Uiltrasporti sono contro l’uso della guerra come strumento per dirimere i conflitti e sollecitano il governo italiano, la comunità internazionale e l’Onu a intervenire urgentemente per imporre il cessate il fuoco tra le parti in guerra.

Il mondo del lavoro e i lavoratori del porto di Ravenna vogliono contribuire con questo atto concreto alla ricerca di una soluzione al conflitto che crei le condizioni per la pace tra i popoli israeliano e palestinese e per il loro diritto a vivere pacificamente in un proprio stato libero e indipendente, mettendo fine ad una guerra che da decenni ha mietuto decine di migliaia di vittime innocenti.

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