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Industria. Sbarra: “La sfida sul Sud si vince investendo su competenze e infrastrutture. Serve un patto che metta al centro il lavoro”

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Comunicati Stampa / Industria. Sbarra: “La sfida sul Sud si vince investendo su competenze e infrastrutture. Serve un patto che metta al centro il lavoro”
Comunicati Stampa - Industria. Sbarra: “La sfida sul Sud si vince investendo su competenze e infrastrutture. Serve un patto che metta al centro il lavoro”

25 Novembre 2019

19 novembre 2019 – “Il Sud è diventato il fronte avanzato della follia chiamata decrescita felice, quella di chi davvero vuole farci credere che crescere meno significa crescere meglio. Allora c’è prima di tutto da ritrovarsi su un concetto. E cioè che un Sud industrializzato non è solo auspicabile. È indispensabile al Paese e all’Europa”.

Lo ha detto Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto Cisl, a margine di un convegno organizzato dall’Università di Salerno su Industria 4.0 e Mezzogiorno.
“Puntare all’industrializzazione 4.0 significa alimentare innovazione, formazione, ricerca e sviluppo – ha aggiunto –.  Ma, specialmente nel Mezzogiorno, vuol dire anche costruire infrastrutture materiali, logiche, digitali e sociali. Nessun’impresa può crescere, o assumere, se affonda le radici nel terreno arido di territori non collegati, senza strade e autostrade, privi di alta velocità, porti e aeroporti, desolati nei servizi”.
“Serve un impegno comune, un ‘Cantiere Sud’ che dia spazio alle specificità locali attraverso una regia nazionale – ha sottolineato il sindacalista -. Solo in questo modo riusciremo a mettere a sistema le mille vocazioni industriali e produttive del Mezzogiorno, innovandole, facendole crescere, connettendole al resto d’Italia, d’Europa e del mondo. Sono eccellenze manifatturiere, agroalimentari, artigianali turistiche. Realtà che vanno sostenute con leve di sviluppo accessibili anche alle microimprese”.
“La sfida si vince partendo dalle competenze e qualificando in particolare la fascia ‘labour intensive’ e promuovendo l’accesso alle nuove abilità per evitare che il mondo del lavoro si spezzi in due creando forme di apartheid tecnologico. Va rafforzato l’orientamento scolastico, stimolato il trasferimento tecnologico, costruiti veri e propri distretti della conoscenza attraverso forti collaborazioni con i dipartimenti universitari e il consolidamento degli ITS. Dopo i colpi dello scorso anno, va rilanciata l’esperienza dell’alternanza e potenziato l’apprendistato sul modello tedesco”. “In questo mare in subbuglio bisogna muoversi insieme, valorizzare il ruolo e il protagonismo delle Parti sociali, avvicinando anche l’approdo strategico della partecipazione dei lavoratori alla vita d’impresa. Quello che serve è un Patto, uno spazio dove esercitare competenza e responsabilità in cui lavorare a un disegno organico di riforme”.

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