3 Febbraio 2020
30 Gennaio 2020. “Dopo qualche mese di andamento altalenante, a dicembre l’occupazione ha registrato un calo di 75 mila unità rispetto al mese precedente ed un’inversione di tendenza nel rapporto tra occupati a tempo indeterminato e a termine: infatti la riduzione è tutta sugli occupati stabili mentre risalgono, dopo un anno e mezzo, gli occupati a termine. Inoltre crescono sia gli inattivi che, se pur lievemente, i disoccupati” Così Luigi Sbarra, Segretario generale aggiunto della Cisl, sui dati sull’occupazione diffusi dall’Istat. “Del resto – oserva Sbarra – l’andamento del Pil, stagnante da mesi, lasciava presagire questi dati sull’occupazione. Piuttosto quel che risultava anomalo nei mesi scorsi era che l’occupazione, soprattutto quella stabile, continuasse a crescere, seppure a ritmi sempre più ridotti. Ed in effetti si trattava di una crescita di teste ma non di ore lavorate, con una forte diffusione di part time involontario”. Ma per Sbarra “anche questo alla lunga non dura senza interventi per favorire la crescita. Il Paese appare sempre più diviso in due, sia settorialmente che geograficamente: da una parte i settori di punta, le aziende volte all’export e le aree del Nord che crescono, dall’altra i settori meno dinamici e il Mezzogiorno che restano indietro. Ora che il Governo, dopo una legge di Bilancio ‘debole’, ha annunciato una fase due, ci aspettiamo misure per sostenere, ammodernare e ristrutturare i settori deboli, sbloccare le opere pubbliche e le infrastrutture, sostenere l’innovazione e la ricerca, creare le competenze necessarie, intervenire sulle vertenze aziendali bloccate al Mise, con un piano specifico per il Mezzogiorno. Si tratta di cose da fare in fretta per agganciare la svolta tecnologica e quella ambientale che possono rappresentare una enorme opportunità per l’Italia” conclude il Segretario generale aggiunto della Cisl.