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Milleproroghe. Furlan e Garofalo (Femca Cisl): “Con incertezza su trivellazioni a rischio autosufficienza energetica del Paese”

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Comunicati Stampa / Milleproroghe. Furlan e Garofalo (Femca Cisl): “Con incertezza su trivellazioni a rischio autosufficienza energetica del Paese”
Comunicati Stampa - Milleproroghe. Furlan e Garofalo (Femca Cisl): “Con incertezza su trivellazioni a rischio autosufficienza energetica del Paese”

24 Febbraio 2020

18 febbraio 2020 – “Il decreto Milleproroghe, in votazione domani alla Camera e sul quale è stata posta la fiducia, mette seriamente a rischio il settore energetico del Paese. Prorogare la moratoria per l’autorizzazione delle trivellazioni lascia nell’incertezza le compagnie energetiche, mette a rischio i tanti addetti del settore e condanna l’Italia ad una pericolosa sudditanza energetica da Paesi con forti tensioni, come Libia, Iran, Iraq. Si tratta di una scelta sbagliata e inopportuna che non riguarda solo il settore, ma tutti i cittadini”. Lo dichiarano in una nota congiunta la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan e la Segretaria Generale della Femca-Cisl, Nora Garofalo. “Gli emendamenti al Milleproroghe approvati nei giorni scorsi prevedono una moratoria contro le trivelle fino a 30 mesi, 6 mesi in più di quelli previsti nella norma originaria. Eppure è noto a tutti che in attesa che le energie rinnovabili riescano davvero a soddisfare il fabbisogno di energia, il gas viene ritenuto la fonte di transizione ideale per arrivare a un futuro low carbon, ed è in grado oggi di mitigare la dipendenza energetica del nostro Paese. Le conseguenze del decreto saranno devastanti: lo stop alle perforazioni è un colpo mortale per il settore e per il suo indotto, con ricadute occupazionali gravi e pesanti. Tutto questo mentre nell’Adriatico, a poca distanza dalle coste italiane, i nostri competitor Croazia e Grecia continuano indisturbati a far funzionare le loro trivelle. Inoltre l’Italia, su questo fronte, resta condannata alla sudditanza: oggi importiamo energia per il 75%, con picchi nel gas che arrivano al 90%, mentre la media dei Paesi Ue è pari al 54%. Il governo ci ripensi e avvii subito un confronto con il sindacato – concludono Furlan e Garofalo – per scongiurare l’approvazione di misure dalle conseguenze nefaste non solo per il settore, ma per l’intera economia del Paese e per tantissimi lavoratori coinvolti”.

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