7 Gennaio 2020
28 dicembre 2019 – “Le dimissioni del Ministro dell’istruzione Fioramonti rappresentano l’ennesima cartina di tornasole sulla incapacita delle istituzioni e della classe politica di saper affrontare, con il giusto senso di responsabilità, i problemi del nostro paese”. E’ quanto sottolinea oggi in una lettera sul quotidiano cattolico “Avvenire” la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan. “Non abbiamo bisogno di gesti eclatanti che in realtà aggravano i problemi invece di affrontarli e risolverli. Buttare il cappello in aria, seppur dopo aver denunciato con un bella lettera i limiti evidenti dell’azione di questo Governo, non è la strada giusta che serve al mondo della scuola”, sostiene la leader della Cisl. “E’ piuttosto la certificazione di un fallimento, l’assenza di una strategia che andava costruita in questi mesi insieme ai lavoratori ed ai sindacati sugli obiettivi e sulle scelte che bisogna compiere perche’ la nostra scuola, l’università e la ricerca siano sempre al livello degli altri paesi europei. La scuola è un bene comune che appartiene all’intero paese, non alle maggioranze che pro tempore lo governano. Da troppo tempo questa consapevolezza sembra essersi persa. Ecco perché speriamo davvero che queste dimissioni non siano solo l’ennesimo giro di poltrone tra i partiti, ma servano ad aprire finalmente un discussione vera sulle condizioni in cui versa il nostro sistema scolastico”. Per la Furlan “bisognerebbe affrontare i problemi di centinaia di migliaia di insegnanti che fanno eroicamente ogni giorno il loro lavoro, dei tanti, troppi, precari presenti nelle nostre scuole, nei settori della ricerca e nelle università. La scuola italiana è oggi lo specchio della perenne emergenza nel nostro paese, con edifici scolastici che cadono a pezzi, senza palestre, laboratori didattici, strumenti digitali, dove manca persino la carta igienica e dove i lavoratori fanno il loro dovere con grandi sacrifici e senso di responsabilità, supplendo alla latitanza delle istituzioni, ai ritardi ed alle omissioni della classe politica. Sono anni che la Cisl denuncia questa situazione incresciosa. Non è il “regionalismo spinto ” la ricetta che oggi può ridare centralità e quella necessaria unità al sistema scolastico italiano”. Per la segretaria della Cisl “ci vigliono scelte forti di investimento, selezionare più attentamente la spesa, intervenire sui forti squilibri a livello sociale e territoriale che determinano l’abbandono scolastico, le diseguaglianze, la disparità negli esiti formativi. E questo significa sostenere anche la professionalità dei docenti, stanziare le risorse adeguate per rinnovare il contratto, con una complessiva rivalutazione economica del lavoro in tutti i settori della conoscenza. Ci sono accordi ed intese che attendono di trovare piena e coerente attuazione sulla stabilizzazione dei precari, definire a regime un sistema di formazione ed abilitazione degli insegnanti. Bisogna investire sulla alternanza scuola-lavoro, costruire una vera sinergia tra formazione, imprese, territorio. Di questo bisognerebbe parlare oggi e non solo di rimpasto nel Governo”.