3 Febbraio 2020
17 dicembre 2019 – “Se la manovra non verra’ migliorata alla Camera la mobilitazione non potra’ che continuare, finche’ non avremo risposte per le persone che rappresentiamo”. Cosi il Segretario generale aggiunto della CISL, Luigi Sbarra, alla terza manifestazione unitaria a Piazza Santi Apostoli che ha come temi la riforma fiscale a vantaggio dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, la riduzione del fenomeno dell’evasione, la defiscalizzazione degli aumenti contrattuali, pubblici e privati; una equa rivalutazione delle pensioni, un welfare più giusto ed una legge sulla non autosuffIcienza. (video)
Settimana di mobilitazione Cgil, Cisl e Uil per il lavoro.Il secondo appuntamento: al centro il rinnovo dei contratti pubblici e privati
12 dicembre 2019 – “50 anni fa la strage orribile di Piazza Fontana. Una pagina oscura della storia del nostro paese. Bisogna ricordare sempre ai giovani la follia omicida del terrorismo. Non dimenticare mai il dramma, il dolore di tante famiglie che hanno perduto quel giorno i loro cari. Senza verita’ non c’e’ giustizia. Senza giustizia non c’e’ democrazia”. Apre così Annamaria Furlan, Segretaria generale della Cisl il suo intervento al secondo appuntamento della settimana di mobilitazione per il lavoro con al centro oggi la richiesta del rinnovo dei contratti pubblici e privati, la richiesta di assunzioni nella Pubblica Amministrazione, nella sanità, nei comparti dell’istruzione, dell’Università e della ricerca e la stabilizzazione del precariato.
“Siamo qui per dire parole forti e chiare e senza ambiguita’ su cosa e’ importante per il nostro paese, -afferma Furlan dopo il minuto di silenzio osservato da tutti i manifestanti in ricordo della strage di Piazza Fontana di cui ricorre oggi il 50° anniversario. “E’ stato importante aprire questa grande manifestazione ricordando Piazza Fontana, gli uomini e le donne che sono morti, – sottolinea la leader della Cisl stringendosi “intorno alle loro famiglie, a quella citta’. E a loro diciamo: il terrorismo, gli eccidi, i morti, sono stati sconfitti da un grande movimento democratico del paese, i sindacati. Uomini e donne del lavoro sono stati protagonisti nell’affermare che l’Italia è democrazia e giustizia, è l’Italia che vogliamo e mai e mai i sindacati confederali molleranno la presa nel salvaguardare il nostro paese contro ogni delitto e terrorismo, c’è bisogno di tanta giustizia nel nostro paese”
“Siamo di nuovo in piazza per dire che vanno rinnovati i contratti. Ci sono circa 13 milioni di lavoratori che aspettano il rinnovo del contratto nel pubblico come nel privato. Tutti i settori della pubblica amministrazione sono coinvolti e anche nel terziario, nell’industria e nei servizi”.
“Il contratto è importante per il lavoratore e per la sua famiglia – aggiunge Furlan – e lo Stato come datore di lavoro deve dare l’esempio. Non è più possibile sopportare che ci siano lavoratori che aspettano il rinnovo da dieci anni e nella finanziaria non ci sono abbastanza risorse per i rinnovi, noi chiediamo correttezza e rispetto per il lavoro, chiediamo la rivalutazione delle pensioni, risorse per la scuola, la ricerca perche’ vogliamo che questo paese cresca. Il contratto è fondamentale nella vita del lavoratore e lo Stato come datore di lavoro deve dare l’esempio”.
A Roma la manifestazione di Cgil, Cisl e Uil che da’ il via alla settimana di mobilitazione per il lavoro. Furlan: “Proseguiremo la nostra lotta fin quando non avremo risposte”
10 Dicembre 2019 – “Amici ed amiche, compagni e compagne a Milano lo avevamo detto: se non cambiano le cose noi torniamo in piazza. E oggi ci siamo, con i tanti lavoratori e le tante lavoratrice delle aziende in crisi, 160 vertenze aperte e mai chiuse e saremo in piazza anche il 12 e poi il 17 con i nostri pensionati, i lavoratori pubblici, quelli della scuola, per i tanti contratti pubblici e privati che non vogliono chiudere”. Così la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan dal palco allestito in Piazza Santi Apostoli a Roma, per la manifestazione indetta unitariamente da Cgil, Cisl e Uil che apre la nuova fase di mobilitazione per il lavoro e che ha al centro i temi della crescita, le crisi aziendali, lo sblocco dei cantieri e delle infrastrutture, lo sviluppo del Mezzogiorno.
http://youtu.be/CfG_G8wfCXg “Siamo qui, non siamo cambiati perché fin quando non avremo le risposte alle questioni che insieme abbiamo chiesto un anno fa da piazza San Giovanni noi continueremo nella nostra mobilitazione e nella nostra lotta. Non ci bastano cambiamenti di modi, non abbiamo bisogno di gentilezze, abbiamo bisogno di dare risposte al mondo del lavoro. Abbiamo bisogno di chiudere le vertenze e di togliere dall’incertezza oltre 300mila lavoratori e lavoratrici”. E osserva: “E’ un po’ peggiorato il clima, altro che migliorato. Abbiamo riscoperto quello che pensavamo fosse superato” osserva a proposito della vertenza ex Ilva. “E noi non ci stiamo” a “mettere la salute, l’ambiente in antitesi, in contrapposizione con il lavoro e la produzione. Non torniamo indietro. L’ambiente, la salute, dei lavoratori, dei cittadini non sono contro le fabbriche e il lavoro. Non si può chiedere alle persone se morire di cancro oppure morire di fame. E’ un gioco perverso , umiliante”. Torna poi a ribadire: “Abbiamo bisogno di risposte a partire dall’Ilva, all’Alitalia, alla Whirlpool, Mercatone Uno etc. In tutti i settori abbiamo vertenza aperte con minacce o veri e propri licenziamenti di migliaia e migliaia di uomini e donne. Vertenze che non hanno dietro solo numeri di esubero – tiene a precisare – ma hanno dietro uomini, donne del lavoro, le loro famglie. Quanto ancora dobbiamo aspettare perché la politica capisca che le vertenze non sono un braccio di ferro tra governo e opposizione o, ancora peggio, dentro lo stesso governo. Il popolo del lavoro, questo popolo del lavoro, non vive di sondaggi elettorali, non vive di tweet, vive di lavoro. Ed è quello che vogliamo sia l’impegno della politica. Altro che vedere tutti i giorni quanto sale o scende un partito, quanti followers ha un video o non ce li ha. Guardate invece quanti occupati ci sono, quanti disoccupati ci sono e quante vertenze non sono ancora chiuse” sottolinea lanciando un messaggio chiaro al Governo e alla politica: “Basta mettere le imprese al centro delle liti interne ai partiti e alla maggioranza, ci vuole serieta’ in queste cose, quella che finora e’ sempre mancata. Mai cosi’ in basso in questo paese rispetto alla non capacita’ di risolvere le vertenze aperte. Noi vogliamo che queste vengano risolte, – sottolinea Furlan – e vogliamo dare un messaggio chiaro alle multinazionali: non si viene in questo paese a fare shopping e poi si buttano via imprese e chi ci lavora dentro”. Parla quindi del ‘cinismo insopportabile’ da parte delle imprese: “Il cinismo dimostrato da UniCredit che distribuisce 5 miliardi agli azionisti e in contemporanea annuncia licenziamenti di 8 mila persone e’ la cartina di tornasole di cosa significa dimenticarsi del lavoro. Cosi’ come le grandi vertenze a partire da Alitalia – ha aggiunto – siamo all’ottava proroga. Al governo diciamo: non consentiremo nemmeno un esubero. Certo, – osserva – in un paese che da anni dimostra che il lavoro non è centrale, che il lavoro è secondario, che gli uomini e le donne del lavoro contano meno, che il sindacato conta meno, è ovvio che anche le imprese possono pensare di fare quello che vogliono. Il tema del lavoro e dell’occupazione e’ vita e futuro. Noi non permetteremo a nessuno di giocare a poker con i lavoratori e speculare sul lavoro, non permettiamo a nessuno di dimenticarsi che la nostra e’ una Repubblica fondata sul lavoro”.
Tocca poi il tema delle infrastrutture chiedendosi cosa sia cambiato in un anno quando ancora ci sono “oltre 75 miliardi bloccati e con quei miliardi bloccati 400mila posti di lavoro. Noi siamo insieme ai lavoratori dell’edilizia che in cento piazze hanno detto ancora una volta ‘sbloccate le infrastrutture, fateci lavorare’. E tutto questo “in un paese dove la mancanza delle infrastrutture significa anche più povertà nel Sud . Un paese chiuso che non si apre all’Europa che non sceglie finalmente di essere davvero quella grande potenza industriale che per tanti anni ha caratterizzato il nostro Paese. E quindi sblocchiamoli quei miliardi – incalza. Cosa li tengono lì a fare se non si usano, in un paese dove si muore perché crollano i ponti, dove il dissesto idrologico ogni anno fa paingere migliaia e migliaia di persone e di famiglie”.
Una piazza gremita quella di oggi, una piazza solidale con tutti i lavoratori, una piazza scelta perché vicina alle istituzioni e una piazza che saluta i lavoratori dell’ex Ilva, che anche ieri hanno visto saltare il tavolo della trattativa. Tanti infatti i lavoratori metalmeccanici dell’ex Ilva, oggi in sciopero per 24 ore negli stabilimenti siderurgici del gruppo ArcelorMittal e nell’indotto, a riempire la piazza insieme ai lavoratori di molte altre aziende in crisi come Alitalia, provenienti da tutto il Paese. La manifestazione – Assemblea è stata aperta dal Segretario generale della Cgil, Maurizio Landini che ha lasciato questo messaggio: “Il mondo del lavoro unito chiede il cambiamento del Paese . Si mettano in testa che non si cambia senza e contro i lavoratori. Noi non abbiamo paura, non ci rassegniamo e andremo avanti finche’ non avremo risultati. Uniti – ha concluso Landini – ce la possiamo fare”.
“Dobbiamo mantenere l’acciaio in Italia. Smettessero di litigare nella maggioranza e con l’opposizione”, ha detto dalla sua il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo nel corso della manifestazione. “Sara’ un Natale brutto per tante famiglie. Non possiamo permetterci di fare un altro Natale cosi’. Bisogna dare speranze ai giovani e agli anziani”.ha sottolineato facendo riferimento alla difficile situazione economica del Paese.
E poi gli interventi dei delegati aziendali che hanno portato la propria voce sulle vertenze aperte (Almaviva, Alitalia, Mercatone/Conad, Ilva, indotto Ilva, settore edile): in piazza a chiedere alla politica di non utilizzare i lavoratori per pura campagna ellettorale, a sottolineare di non volere assistenzialismo, né reddito di cittadinanza, ma lavoro” e a dire alla politica: “siamo lavoratori e vogliamo dignita”.
Lavoro. Manifestazioni nazionali Cgil Cisl Uil a Roma in Piazza Santi Apostoli il 10, 12 e 17 dicembre. Furlan: “Torniamo in piazza con gli stessi obiettivi. I bisogni delle persone non sono cambiati”
27 Novembre 2019 “Faremo unitariamente queste tre importanti manifestazioni nazionali sulle tante crisi aziendali aperte, per sollecitare lo sblocco dei contratti pubblici, la rivalutazione delle pensioni e la legge sulla non autosufficienza, ma anche su tutte le altre questioni nodali della nostra piattaforma unitaria”. Lo ha detto la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, concludendo il Consiglio generale della Cisl Torino-Canavese. “Noi andiamo avanti con la nostra mobilitazione come deve fare un sindacato autonomo dalla politica. La nostra bussola resta la piattaforma unitaria. I problemi, i bisogni e le aspettative delle persone che noi rappresentiamo non sono cambiati anche con il Governo Conte due. Rischiamo anzi di vivere una nuova fase di stagnazione economica nel paese. Per questo noi chiediamo una svolta alle istituzioni ed alla politica. Abbiamo ormai troppe vertenze aperte in tutti i settori, comprese quelle del terziario. Ci sono migliaia di richieste di esuberi da parte di tante aziende. Un fatto inaccettabile. Seguire le vertenze significa avere anche una strategia industriale per il paese. Bisogna fare delle scelte precise e non cercare solo il consenso elettorale come è accaduto con le vicende dell’ex Ilva o di Alitalia. Noi siamo contenti che partano i tavoli di confronto con il Governo, ma l’attenzione alle vertenze è fondamentale perché se perdi gli asset strategici, si vanifica non solo la ricchezza del paese ma si peggiorano le condizioni delle famiglie”.
La mobilitazione “a sostegno delle rivendicazioni e di tutte le altre richieste contenute nella piattaforma unitaria sia per la manovra in corso di approvazione sia in vista del prossimo Def:” è stata lanciata nei giorni scorsi da Cgil, Cisl, Uil in una nota congiunta:
“Cgil, Cisl e Uil confermano e ribadiscono il proprio giudizio in merito alla manovra economica, il cui iter parlamentare è ancora in corso. Apprezzano la disponibilità dimostrata dall’Esecutivo e la conseguente ripresa del dialogo e di una parte dei contenuti proposti dal governo, ma ritengono insufficienti le risorse che pure sono state messe in campo sui capitoli della piattaforma unitaria. I risultati ottenuti sono il frutto sia dell’enorme partecipazione di lavoratori, pensionati e giovani alle iniziative di piazza, avviate sin dallo scorso 9 febbraio, sia del successivo confronto con il Governo, ma non sono affatto esaustive delle rivendicazioni unitarie.
Cgil, Cisl Uil ritengono che sia necessario dare continuità alla mobilitazione, non solo per evitare peggioramenti e sollecitare alcuni miglioramenti della manovra che sarà approvata definitivamente entro la fine dell’anno, ma anche per chiedere di avviare una stagione di riforme, da condurre in porto già nei prossimi mesi. A sostegno di queste rivendicazioni e di tutte le altre richieste contenute nella piattaforma, sia per la manovra in corso di approvazione sia in vista del prossimo Def, Cgil, Cisl, Uil indicono una settimana di mobilitazione con iniziative nei territori e tre manifestazioni/assemblee nazionali aperte, che si svolgeranno in Piazza Santi Apostoli a Roma.
Il 10 Dicembre dedicata alle questioni del mezzogiorno, dell’industria, dei servizi e di uno sviluppo ambientalmente sostenibile, contro i licenziamenti, a sostegno dell’occupazione e delle vertenze aperte, per l’estensione degli ammortizzatori sociali, per la riforma degli appalti e dello “sblocca cantieri.
Il 12 Dicembre per chiedere il rinnovo dei contratti pubblici e privati, il superamento dei contratti pirata, la riforma e le assunzioni nella Pubblica Amministrazione, la defiscalizzazione degli aumenti contrattuali.
Il 17 Dicembre sulla riforma fiscale per una redistribuzione a vantaggio dei lavoratori dipendenti e dei pensionati e per ridurre il fenomeno dell’evasione; sulla previdenza, per un’effettiva rivalutazione delle pensioni e per proseguire nell’opera di riforma della legge Fornero in un’ottica di effettiva flessibilità verso il pensionamento; per chiedere un welfare più giusto e una legge sulla non autosufficienza.
Le tre manifestazioni/assemblee vedranno protagonisti le delegate e i delegati dei lavoratori che al governo e alle imprese porranno i problemi delle rispettive imprese e da quelli i temi e le proposte avanzate nella piattaforma unitaria e discusse nelle assemblee dei lavoratori. Una modalità che vuole essere anche una strada per rendere protagonisti i lavoratori, i loro problemi, la loro capacità di proposta”.