14 Gennaio 2020
Roma, 10 gennaio 2020 – “Il 2019 dell’industria italiana chiude in rosso, con l’ennesima flessione a novembre sulla produzione. Un arretramento allarmante ma purtroppo atteso, visto che il segno meno è rimasto costante per 11 mesi, e che somma dinamiche congiunturali ai gravi errori di politica economica”. Lo afferma Luigi Sbarra, Segretario generale aggiunto Cisl, commentando i dati diffusi oggi dall’Istat. “Mancano investimenti pubblici – aggiunge –, le infrastrutture restano al palo, non c’è un progetto industriale degno di questo nome che difenda gli asset strategici della nostra manifattura e colga le enormi potenzialità inespresse delle evoluzioni tecnologiche. C’è un Sud in caduta libera da recuperare al riscatto produttivo e una gestione burocratica e inadeguata degli oltre 150 tavoli di crisi al Mise, che vedono coinvolte quasi 300mila persone. Su tutti questi temi, purtroppo, non vediamo quella necessaria discontinuità nella fase di avvio del 2020. La legge di bilancio – sottolinea ancora il sindacalista – è debole, senza ambizioni, soprattutto sul versante della crescita e degli investimenti, mentre il dibattito tra forze politiche sembra avvitato su bandierine elettorali e vecchi arnesi ideologici. Serve una svolta sul capitale produttivo, e serve subito: la Cisl non smetterà di lottare per arrivare alle riforme necessarie a rilanciare vere politiche per il lavoro, reti materiali e digitali, innovazione e ricerca, formazione e competenze, e per creare le condizioni di sviluppo, integrazione e protezione sociale indispensabili anche per fare coesione ed elevare i consumi interni”, conclude Sbarra.